Letargo anomalo per i roditori, dalle marmotte ai cani della prateria

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di Silvia Allegri

Primavera, tempo di risveglio per la natura e i suoi abitanti. O almeno, così dovrebbe essere. Ma siamo sicuri che gli animali si siano davvero riposati, e siano pronti ad affrontare l’arrivo della bella stagione?

Negli ultimi anni il cambiamento climatico ha portato a uno stravolgimento delle abitudini in molte specie, che durante questo inverno abbiamo potuto osservare anche nel nostro territorio: “Il fenomeno più eclatante riguarda il risveglio dal letargo di una colonia di marmotte”, racconta Paolo Parricelli, da anni appassionato guardiaparco nel Parco Naturale Regionale della Lessinia. “Ci erano state segnalate da un fotografo naturalista che frequenta abitualmente queste zone, nella prima metà di dicembre, e si trovavano dalle parti di Malga Derocchetto, a Erbezzo, a quota 1400 metri. Le abbiamo viste per settimane aggirarsi nei prati, oltretutto ancora verdi e punteggiati di fiori. Le marmotte dunque hanno interrotto il loro letargo, che di solito va da ottobre a fine marzo: in trent’anni di servizio non ho mai visto una cosa del genere”.

E il bizzarro tepore di dicembre si è fatto sentire anche per gli animali del Parco Natura Viva. I cani della prateria, roditori della stessa famiglia delle marmotte, non cadono in un vero e proprio letargo, e generalmente per fronteggiare le rigide temperature invernali si rintanano nei loro cunicoli sotterranei entrando in una fase detta “dormiente”, di riduzione dell’attività, una modalità di riposo continuato che porta a un minor consumo di energie. Ma quest’anno l’esigenza di trascorrere un lungo periodo di riposo sembra non esserci stata, e durante il periodo di chiusura del parco, nelle giornate assolate, si sono visti i cani della prateria aggirarsi fuori dai cunicoli, godendosi la temperatura mite e il sole invernale.

Una vera stranezza, se si pensa che il comportamento della marmotta viene considerato un affidabile pronostico nel giorno della festa a lei dedicata, il Groundhog Day, che si celebra ogni anno il 2 febbraio negli Stati Uniti e in Canada: se uscendo dal proprio rifugio non vede la sua ombra a causa delle nuvole, ci si aspetta un inverno quasi agli sgoccioli, mentre se vede l’ombra corre di nuovo nella sua tana, e ciò significa che la stagione fredda è destinata a proseguire ancora a lungo. Saremo costretti quindi a mettere in dubbio anche l’utilità di questa tradizionale ricorrenza? Questa iperattività invernale in un periodo normalmente dedicato al sonno non può che far riflettere sui cambiamenti climatici del Pianeta, e sulle preoccupanti conseguenze che esso potrà provocare.

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