Il grande medico Umberto Veronesi ripeteva che la curiosità dovrebbe essere considerata un diritto umano fondamentale, come la libertà. Lui pensava alla curiosità dello scienziato, che non smette mai di chiedersi il perché dei fenomeni e sa che in ogni dettaglio apparentemente insignificante della natura si può nascondere una scoperta.
Gli inglesi hanno il motto “la curiosità uccise il gatto” (lo citava già Shakespeare), ma non devono averci mai creduto molto, visto che per secoli hanno spedito in giro per il mondo i propri esploratori. Tra questi, il più curioso di tutti fu un giovanotto di nome Charles Darwin che in cinque anni circumnavigò il globo a bordo dello scomodo brigantino Beagle raccogliendo ogni sorta di reperti naturalistici (che poi, per la curiosità dei suoi colleghi, spediva a Londra dentro grandi casse; non se n’è persa una: la rivoluzione darwiniana non ci sarebbe stata senza il perfetto funzionamento delle poste inglesi). Era così curioso che assaggiava coleotteri, infastidiva le iguane sulle spiagge delle Galápagos, faceva sentire la musica ai lombrichi per vedere come reagivano. Darwin sulla mensola della cabina aveva i libri di un altro campione di curiosità, il prussiano illuminista e scienziato viaggiatore Alexander von Humboldt, che trent’anni prima aveva perlustrato la foresta pluviale, percorso fiumi e scalato vulcani in Sudamerica, riempiendo al ritorno i gabinetti reali europei di meraviglie zoologiche e botaniche (scoprì più di 2000 piante soltanto lui!).
Per onorare la curiosità umana (e quella degli altri animali), nell’articolo centrale di questo numero vi raccontiamo di uno scienziato molto curioso in missione speciale in Mongolia, Francesco Rovero, il cui obiettivo è censire quel concentrato di agilità e di eleganza che risponde al nome di leopardo delle nevi. Come molti felidi, questo splendido animale è curioso di natura, ma anche necessariamente schivo, per evitare il suo peggior nemico, noi.
Dimenticavo: i lombrichi non sembrano apprezzare la musica. Hanno una curiosità più terra terra.