Bussolengo, 11 ottobre – Lo stormo della migrazione guidata dall’uomo degli ibis eremita arriva a Orbetello il 6 settembre. Meno di venti giorni dopo partono dall’Austria anche gli esemplari più esperti, quelli già in grado di seguire autonomamente la rotta di svernamento. Sono in 16, volano verso sud in piccoli gruppi ma uno di loro scompare. Ad oggi, tutte le evidenze in possesso del Waldrappteam e del Parco Natura Viva di Bussolengo fanno pensare al primo atto di bracconaggio della migrazione autunnale.
Tutto comincia il 27 settembre alle 9:00 di mattina, quando Santora, anello 147, si sveglia in un Golf Club nei pressi di Prato. Maximilian Henrich, membro del progetto europeo “Reason for hope” per la reintroduzione in natura dell’ibis eremita, lo monitora in campo, consapevole delle insidie della caccia aperta. Lo perde mentre l’ibis si allontana di un paio di chilometri tra le frazioni di Tavola e Iolo, verso un campo che già il giorno precedente gli aveva offerto ottimo cibo. Passa meno di un’ora e Maximilian si accorge che il segnale del gps di Santora dà segnale di posizione fissa nella zona di Prato sud: allerta Polizia Provinciale e Vigili del Fuoco, segue la traccia satellitare e arriva di fronte ad un cassonetto per la raccolta differenziata. Lì dentro, trova il gps che Santora avrebbe dovuto avere sulla schiena, tranciato di netto con un evidente taglio di forbici.
“Le indagini sono aperte – spiega Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo, unico partner italiano del progetto di reintroduzione dell’ibis eremita – ma dopo 14 giorni, di Santora non vi è alcuna traccia. Per lei, che ha compiuto lo scorso anno la migrazione guidata dall’uomo e che è oggi in grado di percorrere e mostrare la rotta ai più giovani, non vorremmo mai parlare del primo atto di bracconaggio della stagione 2017”.
L’ibis eremita è un uccello migratore estinto in Europa da 4 secoli, che il progetto “Reason for hope” sta tentando di reintrodurre in natura. “Tra gli esemplari già arrivati in Toscana, quelli impegnati in volo o che ancora devono partire – conclude Avesani Zaborra – gli ibis coinvolti nella migrazione autunnale sono meno di 40. Se effettivamente dietro la scomparsa di Santora ci fosse la mano del bracconaggio e se questi episodi dovessero verificarsi ancora, il ritorno in natura di questa specie europea sarebbe messo a repentaglio”.