Animali selvatici e uomini, quando le malattie diventano una questione in comune: tutta dedicata agli ultimi studi in Medicina Veterinaria la prima giornata del X Convegno Nazionale della Ricerca nei Parchi in corso al Parco Natura Viva di Bussolengo, aperta con un caso studio in corso di analisi che viene dall’Etiopia e da un gruppo di ricercatori italiani. Lì le aree rurali si stanno espandendo fino a toccare gli habitat naturali e alterarne gli equilibri: il bestiame domestico occupa i pascoli e le coltivazioni agricole si spingono sempre più in avanti, portando con sé il bagaglio di parassiti e patologie tipici degli ambienti umani che i selvatici non sono attrezzati ad affrontare.
Questo avviene sull’altopiano etiope di Kundi dove vive una colonia di 256 gelada – per le popolazioni locale “le scimmie dal cuore sanguinante” – scacciata a sassate ogni mattina dal pastore che ha necessità di utilizzare quel territorio per le proprie pecore, le proprie capre e i propri cavalli. Non un’intuizione, ma una scena filmata dal gruppo di ricerca composto dal Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino e dall’Università di Pisa con il Museo di Storia Naturale, guidato da Elisabetta Palagi e Ivan Norscia, tutti partner del Parco Natura Viva.
“Ci trovavamo lì per tutt’altro”, precisa Ivan Norscia. “L’obiettivo era un censimento e uno studio di carattere etologico ma ma sin da subito, ci siamo accorti di gonfiori e tumefazioni che colpivano il 15% degli esemplari della colonia e che ci hanno indotto ad approfondirne le condizioni di salute”. Raccolti molti campioni biologici, il materiale è stato inviato al team dell’Università di Napoli che – guidato dalla prof.ssa Laura Rinaldi – impiega il Flotec, la tecnica più precisa di indagine parassitologica attualmente in vigore in Europa. “Siamo ancora in fase di indagine – spiega Michele Capasso, dottorando di ricerca all’ateneo partenopeo e membro del consiglio direttivo della Società Italiana Veterinari per gli Animali Esotici – ma pensiamo che si possa trattare di infezioni dovute alla presenza di giardia intestinalis”. Molto più che un caso, considerando che in Etiopia è in corso un focolaio di questi parassiti nella popolazione umana locale. Non solo: dai primi dati è emerso questa infezione incide nei gelada per il 20% quando si tratta di gruppi che vivono nei pressi di zone agricole e per il 5-6% quando gli individui abitano invece zone di solo pascolo. “Quello che sappiamo al momento termina qui – conclude Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione del Parco Natura Viva – ma i prossimi approfondimenti saranno fondamentali per chiarire i rischi che l’invasione dell’uomo provoca sulla propria salute e su quella degli animali selvatici. Anche se purtroppo, stiamo iniziando a farci un’idea”.