venerdì 22 Settembre 2023

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La caccia illegale uccide un altro ibis eremita, l’appello: “La Toscana diventi hot spot”
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I fucili dei cacciatori illegali colpiscono ancora. A farne le spese un altro ibis eremita del progetto di reintroduzione in natura dei ricercatori austriaci del Waldrappteam: Dieks, giovane femmina nata in Carinzia e migrata in Italia insieme agli adulti fino a Orbetello, ha trovato la morte in una radura nei pressi di Figline Valdarno (FI) nel tardo pomeriggio dello scorso 26 settembre. Dopo le cinque uccisioni accertate nel 2020 e i tre casi in cui i corpi degli uccelli non sono mai stati ritrovati, il Parco Natura Viva di Bussolengo, partner italiano del Waldrappteam, chiede che la costa tirrenica e tutta la Regione Toscana venga inserita dal Ministero della Transizione Ecologica nei “black spots” del Piano Nazionale Anti Bracconaggio redatto nel 2017. Tra i sette attuali la Toscana non compare, pur annoverando “intense attività illegali contro gli uccelli, dove dovrebbero essere attuate misure efficaci di prevenzione”.
“Sono venuta a conoscenza di dati irregolari di Dieks nel tardo pomeriggio”, spiega Daniela Trobe, collaboratrice del Waldrappteam da molti anni che ogni giorno valuta i dati inviati dai trasmettitori GPS applicati sulla schiena degli uccelli. “Era a terra in una radura del bosco e il sensore di movimento integrato mostrava solo un’attività molto ridotta. Così ho aspettato la successiva trasmissione di dati, che purtroppo ha confermato le mie paure. Dieks probabilmente è morta dopo due ore di sofferenza”.
“Adesso basta, chiediamo urgentemente alle autorità nazionali e regionali misure efficaci contro questa uccisione insensata e illegale”, interviene Johannes Fritz, direttore del progetto. “Per molti anni, insieme ai nostri partner italiani, abbiamo lavorato per richiamare l’attenzione delle autorità e delle associazioni venatorie sull’alto numero di ibis eremita abbattuti in Italia e in particolare in Toscana, importante corridoio di migrazione per gli ibis eremita. Quest’anno assistiamo alla prima uccisione già all’inizio della migrazione autunnale, non appena ha riaperto la stagione venatoria. Il bracconaggio è il principale motivo di mortalità degli ibis eremita in Italia e chiediamo che un hot spot così importante, venga difeso dalle autorità”, conclude Fritz.

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