Da ieri ha preso ufficialmente avvio la stagione delle nascite dei fenicotteri rosa al Parco Natura Viva di Bussolengo, con tre giorni di anticipo sull’appuntamento di Pasqua. I primi due pulcini ad aver messo il becco fuori dall’uovo d’ora in poi saranno seguiti dalle schiuse quasi giornaliere degli altri 51 piccoli, che si protrarranno presumibilmente fino alla fine della primavera. La conta ha raggiunto le 53 uova e si tratta di numeri non ancora definitivi. Nel frattempo, la colonia di fenicotteri rosa si anima del vociare di un totale di 200 esemplari, molti dei quali riuniti in coppie che si ritrovano ogni anno all’insegna della fedeltà.
“Dagli studi di raccolta dati degli scorsi anni – spiega Camillo Sandri, veterinario e direttore tecnico del Parco Natura Viva – è emerso che se una coppia di genitori perdesse l’uovo nei primi giorni di cova, sarebbe in grado di deporre nuovamente fino ad altre due volte”. Ci si può aspettare quindi ancora qualche ritardatario anche se quest’anno, il cambiamento climatico in corso sembra non aver influito negativamente sulla stagione delle nascite. “L’assenza di piogge e il clima molto secco – prosegue Sandri – ha sì complicato la vita dei genitori che hanno dovuto modellare nidi di fango sufficientemente alti con un terreno argilloso molto duro. Ma l’assenza di piogge e forti scrosci d’acqua ne ha evitato l’allagamento, che avrebbe causato la perdita delle uova. In ogni caso, in un periodo così delicato, teniamo più basso del solito il livello dell’acqua del laghetto in cui vivono. Così evitiamo che possano essere incidenti durante l’attraversamento dall’isola alla sponda esterna, dove tutti i piccoli della colonia vengono accompagnati dai genitori in una vera e propria “nursery”. Dalla quale, per i primi tempi, rientreranno sul nido solo per passare la notte”, conclude il veterinario. I fenicotteri rosa sono una specie “di casa nostra” che sta tornando nel Mediterraneo con popolazioni in crescita. Tuttavia, non è esente dalla minaccia dell’uomo. Aereomobili che volano a basse quote, motoscafi, fili della corrente e inquinamento delle acque in cui si nutrono, la tengono sempre sull’orlo della sopravvivenza.