La campanella del primo giorno di scuola oggi ha suonato anche per i bambini del villaggio di Anevoka, ai bordi della foresta di Maromizaha. Sarà un anno di studio senza carenze di materiale grazie all’ultima spedizione del Parco Natura Viva e della sua Fondazione A.R.C.A. in collaborazione con l’Univesità di Torino presso la propria stazione di ricerca, l’unica italiana in Madagascar. Quaderni, lavagne, gessetti, libri di esercizi e da disegno, matite, pennarelli, righelli e compassi sono stati consegnati il 27 agosto scorso ai 248 alunni e alle 6 insegnanti che vivono e lavorano nella scuola primaria a ridosso della foresta vergine. Dove un progetto ultraventennale, tutto italiano, sta studiando i lemuri e il loro ecosistema fragilissimo. Una festa, quella che si è svolta per la consegna del materiale alla presenza della direttrice, delle insegnanti e dei genitori dei bambini. Che ha coinvolto gli alunni tra la fascia prescolare e i 15 anni. E per l’inizio della scuola sono arrivati anche panche e banchi nuovi.
Giovani generazioni cruciali per il destino della propria terra, alle quali viene rivolta l’occasione di sviluppare le proprie comunità attraverso la salvaguardia delle risorse naturali e il turismo sostenibile. Come già accaduto a un ragazzo del villaggio, divenuto guida turistica e di ricerca, oggi capo dell’associazione guide di Anevoka. Il Madagascar ospita, da solo, il 5% di tutte le specie vegetali e animali del mondo. La quasi totalità di queste specie è endemica, ovvero vive esclusivamente sull’Isola africana. Eppure, si tratta di habitat forestali che negli ultimi 23 anni, hanno perso il 29% della propria copertura originaria. E la causa è da ricercarsi principalmente nella deforestazione, che fa largo a coltivazioni agricole e nella vendita di legname pregiato sui mercati internazionali. Il Parco Natura Viva e l’Università di Torino lavoravano in collaborazione con la popolazione locale ancora prima di dare avvio alla costruzione della stazione italiana di ricerca, al servizio non solo di studenti e ricercatori che svolgono studi scientifici su lemuri e altre specie malgasce; ma anche di bambini e ragazzi malgasci, che qui possono svolgere attività educative e culturali e proteggere la propria stessa terra.