mercoledì 29 Novembre 2023

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I tapiri vivono meglio in coppia: la storia di Irene e Rondel diventa una ricerca scientifica
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Per Irene e Rondel è stato San Valentino tutto l’anno. La vita di coppia dei due tapiri sudamericani, seppure appartenenti ad una specie solitaria in natura, è diventata uno studio scientifico pubblicato su International Zoo News (Don’t leave me alone! – Housing solitary species in pairs) che ha sancito i benefici di aver trascorso fianco a fianco i loro giorni. Oggi Irene non c’è più e ha lasciato il suo compagno insieme alla loro ultima figlia, Alba. “Ma quando arrivò al Parco Natura Viva all’età di due anni – ricorda Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione del parco zoologico veronese – era un esemplare nervoso che non mostrava interesse per l’esplorazione, né per la ricerca di cibo. Decidemmo di farle fare conoscenza con Rondel, già nostro ospite da quattro anni, in tre step successivi. Già dalla seconda fase, durante a quale i due potevano solo vedersi e odorarsi nel reparto interno, il suo atteggiamento mutò notevolmente in positivo. Non ci volle molto prima che li lasciassimo insieme sia all’interno che all’esterno, dove li avrebbero attesi 1.750 metri con prato, alberi, un boschetto (che a Irene piaceva moltissimo frequentare) e una piscina in cui mostrare le loro capacità di abilissimi nuotatori”.

I comportamenti problematici di Irene cessarono e i due iniziarono a trascorrere la propria giornata giocando, condividendo il cibo e allevando i tre piccoli che nacquero in otto anni di coppia fissa. “Non si lasciarono mai. E abbiamo voluto metterlo nero su bianco con una raccolta dati utile alla letteratura scientifica. Fino a quel momento, la scienza offriva evidenza dei “benefici di coppia” soprattutto per i grandi felini come tigri siberiane e leopardi delle nevi. Altre specie solitarie in natura che però in ambiente controllato preferiscono condividere la propria vita con l’altra metà”. Il tapiro sudamericano, vulnerabile di estinzione secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, ha subito un declino del 30% degli ultimi 30 anni a causa della deforestazione, dalla caccia per la carne e dalla competizione col bestiame domestico. Una scomparsa particolarmente rapida a oriente del Rio delle Amazzoni e nei pressi dei suoi affluenti meridionali. In quelle zone, questi animali si incontrerebbero in coppia solo durante il periodo degli accoppiamenti oppure quando la mamma è con i propri piccoli. “Ma laddove ci sono risorse in abbondanza e non ci sono pericoli, vivere insieme sembra essere addirittura vantaggioso”, conclude Spiezio.

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